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Atalanta, Festa della Dea: ci fermiamo
04 Maggio 2016 - letto 3041 volte

Anni difficili, vissuti intensamente, spesso con il coltello puntato alla schiena.
Anni in cui solamente una grande, forte passione per l’Atalanta, ci ha permesso di continuare a vivere e coltivare quell’ideale tanto amato del tifo, dell’essere Ultras, dell’amicizia vera di un gruppo!
Gruppo decimato in questi anni dalla repressione crescente, gruppo attaccato da più fronti, gruppo a volte lasciato solo anche dal resto della tifoseria, fuori da soli a combattere, fuori dalla nostra casa, la Curva Nord.
In pochi si sono interessati su quello che stava accadendo, tutti con la testa bassa ad accettare passivamente quello che capitava, perché in tanti ci hanno detto “l’Atalanta viene prima di tutto”.
Veramente qualcuno pensa che sia necessario ricordare a noi quanto sia importante l’Atalanta nella nostra vita?
Per noi l’Atalanta è il suo popolo e Bergamo la sua culla!
Quattro parole: un gruppo, una curva, un popolo la sua città
Finché si è potuto si è cercato di superare le delusioni e di continuare a mettere al centro di tutto il popolo Atalantino, reso partecipe e protagonista di spettacoli eccezionali.
Oggi, dolorosamente ma doverosamente, ci dobbiamo fermare, mettendo in primo piano i nostri principi di coerenza basati sull’amicizia e sul rispetto.
In molti saranno portati a pensare che siccome alla Festa non ci potrà essere Claudio allora ci si ferma.
Non è la sua assenza ma il pesantissimo provvedimento, preso nei suoi confronti e nei confronti del Baffo, che non possiamo ignorare, senza chiederci se tutto debba per forza andare avanti comunque facendo finta di nulla.
Claudio dopo l’ennesimo ed ingiusto Daspo da oltre 20 anni senza Atalanta, merita comunque una nostra citazione particolare, dato che ha sempre portato la croce per tutti senza mai mollare, riempiendo i nostri cuori di vere ed indimenticabili emozioni, dedicando tutto se stesso alla Festa della Dea.
La crociata dei media, l’Eco di Bergamo in testa, contro di lui avrebbe dovuto smuovere la coscienza di tante persone, sportivi, politici e personaggi più o meno famosi, che l’hanno conosciuto e che su quel palco hanno avuto i loro momenti di gloria e gratificazione.
In molti avrebbero dovuto gridare la loro indignazione verso un provvedimento tanto pesante ed ingiusto, invece da troppi solo silenzio e disinteresse.

Additati di razzismo per il caso Gigi D’Alessio, il tombino, l’accusa di associazione per delinquere, la tessera del tifoso, la slealtà e la vigliaccheria de l’Eco quanti esempi potremmo citare, da ultimo la vergognosa vicenda di Atalanta vs Chievo.
Abbiamo sempre superato tutto con grande compattezza e cuore per il bene di tutti.
14 anni di Festa della Dea all’insegna della passione, del volontariato, della voglia di stare insieme.
Oggi ci fermiamo anche perché per la prima volta a qualcuno viene impedito e vietato di esserci
La repressione allo stadio e la deriva nella vita privata avrebbero dovuto essere motivo di riflessione da parte di tutti ed invece siamo ancora qui, sempre e solo noi a dover subire.
Lasciati soli anche da una parte della tifoseria, il Club Amici dell’Atalanta, che si è rifiutato di comparire nella lista dei testi a favore della difesa per l’accusa infamante di associazione per delinquere.
Un’accusa che tutta Bergamo sa che non meritiamo
Ringraziamo chi ha scelto di metterci la faccia, il parroco di Moglia, i dirigenti dell’Aquila Rugby, le famiglie dei bambini bergamaschi aiutate in tante occasioni, il responsabile dell’asilo pediatrico in Rwanda, l’Associazione Amici della Pediatria di Bergamo, la squadra di basket in carrozzina SBS, la cooperativa Volo di Torre Boldone, gli amici alluvionati della Liguria.
Il nostro Club Amici ha detto no, ennesima dimostrazione dell’inesistente autonomia rispetto a l’Eco di Bergamo: complimenti a voi, buon 50° compleanno
Mentre in Italia siamo di fronte a casi in cui curve tra le più rivali, Roma e Lazio, disertano lo stadio per una stagione intera dimostrando come l’amore per la propria squadra possa essere messo in secondo piano per difendere la dignità e la storia di un popolo, nella nostra Bergamo pochi rispettano gli Ultras dell’Atalanta.
Il rispetto va guadagnato, ma va anche riconosciuto
Fermarci, anche se sarà per ognuno di noi doloroso, vorrà dire sedersi a riflettere, compattarci, essere ancora più forti mettendo i valori che abbiamo dentro davanti a tutto, in questo caso si, anche davanti all’Atalanta.
Uniti e coerenti con noi stessi prima di tutto, senza piegarci, senza dividerci, torneremo più forti di prima con una voglia matta di ritornare protagonisti nel futuro della nostra grande Atalanta, parte integrante della nostra vita, quella vita Ultras che era, è ed anche in futuro sarà la vita più bella che c’è per ognuno di noi.
Firmato:

Tutti coloro che ...prima durante dopo... per 15 giorni di fila da 14 anni a questa parte hanno montato, lavorato, smontato la Festa più bella della città.

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